Trump 2025 e il caos geopolitico globale

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Trump 2025 caos geopolitico: un anno che promette tensioni, sorprese e strategie imprevedibili. Diciamo che questo 2025 sta partendo col botto, eh? Praticamente ogni giorno esce fuori qualcosa di nuovo, e francamente a volte non ci si capisce più niente. Ma dai, proviamo a fare un po’ di ordine in questa baraonda.

Witkoff a Mosca: diplomazia o provocazione?

Primo: Witkoff a Mosca. Madonna mia, quando ho letto la notizia su foreignaffairs.com pensavo fosse uno scherzo. Cioè, mandi il tuo inviato speciale per il Medio Oriente direttamente da Putin? Voglio dire, ok che Trump ha sempre avuto questo debole per i leader autoritari, ma qui siamo al limite del surreale. Come dire… è tipo quando tua nonna ti manda a fare la spesa dal macellaio che ha fatto il patto col diavolo, capisci? Mah, secondo me dietro c’è una strategia più articolata.

Hannah Arendt, nel suo Le Origini del Totalitarismo, scritto nel 1951 per Einaudi a Torino, praticamente aveva già capito tutto sui meccanismi del potere autoritario. E boh, leggendola oggi fa quasi paura quanto fosse lungimirante. Come spiega la Treccani, il totalitarismo è un fenomeno complesso che va oltre la semplice dittatura. Però ecco, bisogna anche dire che la realpolitik è una cosa complicata, no?

Poi c’è questa storia del licenziamento del capo dei dati sul lavoro. Oddio, quando l’ho letto ho pensato: “Ma che cavolo sta succedendo?”. Nel senso, licenzi il tizio che si occupa delle statistiche economiche? È come se… aspetta, fammi pensare… è come se licenziassi il contabile perché i numeri non ti piacciono! Boh, che dire. Però attenzione, qui dietro c’è una questione seria: i mercati finanziari. Se vai su bloomberg.com vedrai che già stanno tremando un po’.

Naomi Klein, in Shock Economy, scritto nel 2007 per Rizzoli a Milano, aveva descritto perfettamente questi meccanismi. Praticamente sostiene che nei momenti di crisi si approfitta per fare cambiamenti radicali che altrimenti non passerebbero mai. E sinceramente, guardando quello che sta succedendo, mi sa che aveva ragione da vendere.

Gaza e Ucraina: il caos geopolitico del 2025

Ma poi, parliamoci chiaro: Israele e Gaza. Ecco, questo è il tema che fa più male. L’altro giorno guardavo le notizie su bbc.com e… boh, non so neanche cosa dire. È tutto così complicato, così doloroso. Trump che si rimette in mezzo con le sue soluzioni da cowboy… mah, francamente non so se sia la strada giusta.

Edward Said, quello di Orientalismo, scritto nel 1978 per Feltrinelli a Milano, aveva spiegato benissimo come l’Occidente guarda il Medio Oriente con categorie completamente sbagliate. E ora che ci penso, forse è proprio questo il problema: continuiamo a guardare conflitti millenari con occhi da ventesimo secolo. Il British Museum conserva testimonianze di questi antichi conflitti che continuano ancora oggi.

L’Ucraina poi… oddio, che casino. Su reuters.com ogni giorno escono notizie che ti fanno venire l’ansia. Trump che dice “risolvo tutto in 24 ore” – ma dai, sul serio? È come dire che risolvi i problemi di coppia con un sms, praticamente. Però ecco, bisogna anche riconoscere che la situazione è insostenibile così com’è.

Zbigniew Brzezinski, nel suo La Grande Scacchiera, scritto nel 1997 per Longanesi a Milano, aveva già previsto tutto questo casino geopolitico. Tipo, aveva capito che l’Europa dell’Est sarebbe stata il campo di battaglia del futuro. E pensa un po’, aveva ragione.

Ma sai che mi colpisce di più? La velocità. Cioè, tutto succede così in fretta che non fai neanche in tempo a metabolizzare una notizia che ne arriva un’altra. È come essere in un frullatore mediatico, praticamente. L’altro giorno parlavo con mia sorella e dicevamo: “Ma ti ricordi quando le notizie duravano più di un giorno?”.

Gilles Deleuze, in Capitalismo e Schizofrenia, scritto nel 1972 per Einaudi a Torino insieme a Guattari, parlava di “macchina desiderante” del capitalismo. Ecco, ora capisco cosa intendeva. Tutto deve essere veloce, tutto deve essere consumato subito. E i politici si adeguano.

Però attenzione, non è che Trump sia completamente pazzo. Nel senso, dietro c’è una logica, anche se a volte sembra assurda. È tipo quando vai su politico.com e leggi i retroscena: scopri sempre che dietro le mosse apparentemente casuali c’è un calcolo preciso.

Trump e l’egemonia culturale secondo Grams

Antonio Gramsci, nei Quaderni del Carcere, scritti tra il 1948 e il 1951 per Einaudi a Torino, aveva teorizzato il concetto di “egemonia culturale”. E boh, guardando Trump in azione, mi sa che lui questo concetto l’ha capito meglio di molti intellettuali di sinistra. Per approfondire il pensiero gramsciano, l’Accademia della Crusca offre risorse interessanti sulla sua produzione intellettuale.

Alla fine, cosa significa tutto questo? Mah, francamente non lo so. Siamo in un momento storico strano, dove le vecchie categorie non funzionano più. È come guidare con il navigatore rotto, praticamente. Su economist.com scrivono sempre di “tempi interessanti” – ecco, appunto, troppo interessanti. Però una cosa la so: dobbiamo smettere di guardare tutto come se fossimo allo stadio, con la squadra del cuore. La realtà è più complessa degli slogan. E forse, alla fine, questa è l’unica certezza ch

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