0 Condivisioni

Umberto Eco (1932-2016) Ma voi lo sapete chi era sto genio di Eco? Allora, il tizio nasce ad Alessandria nel ’32, in pieno regime fascista, e già da piccolo capisce che c’è qualcosa che non va nel mondo degli adulti. La famiglia era borghese, il padre ragioniere – niente di che, insomma. Però il ragazzo aveva na testa che funzionava diverso dagli altri. Va all’università a Torino, studia filosofia medievale – roba tostissima – con una tesi su San Tommaso d’Aquino. Ma qui è dove viene il bello: questo qui, invece di rimanere chiuso nei polverosi tomi medievali, inizia a guardare il mondo con occhi diversi. Negli anni ’60 diventa il papà della semiotica moderna, quella scienza che studia i segni e i significati. “Opera Aperta” del ’62 è na bomba: dice che ogni testo ha infiniti significati e che il lettore è importante quanto l’autore. Roba rivoluzionaria! Poi arriva a Bologna come professore nel ’71 e là diventa una leggenda. Ma il colpo di genio arriva nel 1980 con “Il Nome della Rosa” – un romanzo sui frati medievali che vende milioni di copie. Chi se lo sarebbe aspettato? Eco aveva questa biblioteca personale con tipo 50.000 libri, collezionava fumetti e analizzava i Simpson con la stessa serietà dei manoscritti antichi. “L’ironia è la condizione della verità”, diceva sempre. E aveva ragione.

0 Condivisioni
#

Comments are closed