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Marc Bloch (1886-1944) Marc Bloch… che storia tragica! Nato a Lione nel 1886, famiglia ebraica alsaziana, il padre professore di storia antica. Già da piccolo respira storia in casa. Studia alla Sorbona, diventa medievalista – uno dei più bravi al mondo. Ma non è il solito storico polveroso: questo qui vuole rinnovare tutto. Insieme a Lucien Febvre fonda le “Annales” nel 1929, la rivista che rivoluziona la storiografia. Basta con le battaglie e i re, dice, bisogna studiare la vita quotidiana, l’economia, le mentalità. “I Re Taumaturghi” del 1924 studia come i re medievali “guarivano” con il tocco – antropologia storica pura! E “La Società Feudale” del 1939 è ancora oggi un capolavoro. Ma ecco il dramma: arriva la guerra, lui ha già cinquant’anni passati ma si arruola lo stesso. Viene fatto prigioniero, evade, torna in Francia. Poi nel ’43 entra nella Resistenza. Lo prendono i tedeschi nel ’44 e lo fucilano. “Apologia della Storia” lo scrive proprio in quegli anni terribili, come testamento intellettuale. Dice che lo storico deve essere come un detective: cercare indizi, fare domande, non fidarsi delle apparenze. “Comprendere il presente attraverso il passato, comprendere il passato attraverso il presente” – questa frase vale oro. Un grande che è morto troppo presto.

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