“How Democracies Die” di Steven Levitsky e Daniel Ziblatt (2018)
Ma sto libro qui l’ho sentito nominare così tante volte che alla fine me lo sono letto pure io! Praticamente questi due de Harvard hanno avuto l’intuizione giusta: le democrazie moderne non muoiono più con i carri armati che circondano il palazzo presidenziale, ma si sgretolano piano piano dall’interno. Come quando hai una casa e invece che crollare tutta insieme, iniziano a cadere prima le tegole, poi si crepa il muro, poi salta l’impianto… e quando te ne accorgi è troppo tardi per salvare tutto.
Il bello è che loro hanno studiato i casi dell’America Latina – Venezuela di Chávez, Argentina, Ungheria di Orbán – e poi hanno applicato lo stesso schema agli Stati Uniti di Trump. E porca miseria, funzionava! Stesso copione: prima delegittimi la stampa (“fake news”), poi attacchi l’opposizione, poi cerchi de controllare i tribunali… step by step fino a che la democrazia diventa una facciata.
Quello che mi ha colpito de più è il concetto de “guardrails” – tipo i binari del treno, che ti tengono sulla strada giusta. Nelle democrazie sane ci sono delle norme non scritte che tutti rispettano, tipo “non usi la giustizia per eliminare gli avversari politici”. Quando queste norme saltano… beh, è la fine.
Certo, a volte sono un po’ troppo allarmisti questi americani, però guardando quello che è successo dopo il 6 gennaio… magari avevano ragione loro!

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