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Emmanuel Levinas Praticamente è stato uno dei filosofi più importanti del Novecento, nato in Lituania nel 1906 da una famiglia ebraica. Guarda, la sua vita è stata segnata dalla tragedia: durante la Seconda Guerra Mondiale è stato prigioniero di guerra e ha perso quasi tutta la famiglia nell’Olocausto. Ma invece di diventare cinico, ha sviluppato una filosofia basata sulla responsabilità verso l’altro. La cosa che mi colpisce di più è che ha trasformato il dolore in pensiero positivo. Il suo libro “Totalità e Infinito” è considerato un capolavoro, anche se devo dire che non è facilissimo da leggere! Parla del volto dell’altro come appello etico, praticamente dice che quando incontri qualcuno hai già una responsabilità verso di lui. Alcuni filosofi lo criticano perché trovano il suo pensiero troppo religioso, ma secondo me ha centrato il punto: in un mondo sempre più individualista, ricordarci che esistono gli altri non è male! È morto nel 1995 a Parigi, dove aveva insegnato filosofia per anni. Una curiosità: nonostante fosse ebreo praticante, è riuscito a dialogare con pensatori cristiani e laici. Insomma, un tipo che sapeva andare oltre le barriere!

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