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Ecco, questa è una delle menti più brillanti che abbiamo per capire il capitalismo digitale. Shoshana Zuboff è una professoressa di Harvard Business School che ha praticamente inventato il concetto di “capitalismo della sorveglianza”. È nata nel 1951 e ha una carriera lunghissima negli studi organizzativi e tecnologici. Ha iniziato studiando come i computer cambiavano il lavoro negli anni ’80, roba pionieristica per l’epoca. Il suo primo libro importante è stato “In the Age of the Smart Machine” del 1988, dove già prevedeva molte cose che sono successe dopo. Ma il capolavoro è “The Age of Surveillance Capitalism” del 2019, che è tipo la bibbia per capire come funziona l’economia digitale. Praticamente dice che le big tech non vendono prodotti: vendono predizioni sul nostro comportamento futuro. Siamo diventati la materia prima di un’economia che estrae valore dai nostri dati. È una prospettiva che fa paura ma che spiega un sacco di cose. Scrive in modo molto denso, a volte forse troppo accademico, ma le sue intuizioni sono geniali. Ha influenzato economisti, politici, attivisti in tutto il mondo. È molto critica verso Google, Facebook e compagnia, ma sempre con argomentazioni solidissime. A volte mi sembra un po’ apocalittica, ma quando leggi le sue analisi capisci che forse ha ragione ad essere preoccupata. È una intellettuale di quelli che cambiano il modo di vedere il mondo.

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